La superbia: la distropia egoica

La superbia è la distropia[1] egoica e comprende tutti gli atteggiamenti che alimentano la tendenza a prevalere sugli altri, come la competizione sfrenata, il senso di superiorità, il vanto, l’alterigia, l’altezzosità, la boria, l’immodestia, la presunzione, la spocchia, la prosopopea, la supponenza, il sussiego, la tronfiezza e la vanagloria.

La superbia rientra nella vasta area emotiva della rabbia, quella particolare rabbia che pretende e fomenta il senso di superiorità sull’Altro, mettendo in campo l’ostilità, il rifiuto ed il conflitto nella relazione. Il superbo mal sopporta la critica e l’opposizione, anzi tende a percepirle come un’offesa. Inoltre possiede un’autostima esagerata e la frenesia d’un Io che vive nel costante opporsi e confrontarsi attraverso atteggiamenti di superiorità e di disprezzo nei confronti degli altri. Lo fa in vari modi: con l’alterigia, assumendo un atteggiamento orgoglioso, fiero e distaccato; con l’altezzosità dei comportamenti sprezzanti e snobistici; con la spocchia, che aggiunge all’altezzosità uno scarso riguardo verso i meriti e le capacità altrui, e a volte con la iattanza dell’esibizione sgradevole ed arrogante della propria superiorità. Si tratta di una vera e propria inversione funzionale tutta intrisa della presunzione scontata e certa della propria superiorità sugli altri.

La superbia è un instancabile motore di competizione ostile, che avvelena le relazioni e carica di aggressività i rapporti. Tutto questo si traduce nella frenesia del controllo e del dominio, che nasconde una rimossa insicurezza e timore degli altri.

Un territorio, dove questa distropia alligna, spesso producendo pericolosi e patetici comportamenti, è quello delle prestazioni sessuali. Il superbo non accetta le limitazioni dell’età e fa di tutto per essere sempre all’altezza della situazione. Da qui il ricorso ad aiuti chimici con esiti tragici per il muscolo cardiaco che non riceve più l’ossigeno di un tempo!

Il sentirsi superiore giustifica l’esercizio del dominio sugli altri, ‘regalando’ al superbo il brivido dell’onnipotenza, perciò è così forte la ricerca e l’attaccamento al potere.

La superbia ha come organo bersaglio il cuore e l’apparato cardio-circolatorio, sottoposto allo stress continuo per rimanere costantemente l’altezza della situazione. Il cuore del superbo è sempre impegnato, anche quando ciò non appare all’esterno. I rischi d’infarto, di ictus ed altri gravi danni sono sempre in agguato. Dal punto di vista psicologico è proteso sul baratro del pensiero delirante, fomentato dalla megalomania e dal narcisismo. Coltivare questa distropia può inoltre portare ad una produzione eccessiva di serotonina con conseguenze maniacali.

La superbia è il terreno fertile per lo sviluppo di molte ideologie, come quella del successo, schiava d’un meccanismo competitivo che porta inevitabilmente alla frustrazione. La verità è che il successo non è mai completamente raggiungibile in quanto sottostà sempre alla voglia di ottenere qualcosa di più di quello che già si è riusciti ad ottenere. Adler, psichiatra e psicanalista austriaco, direbbe che l’ideologia del successo altro non è che un meccanismo di risposta inconscia al proprio senso d’inferiorità.

Oltre alla tentazione del potere il superbo tende ad aderire a forme di razzismo, sempre per nutrire la propria convinzione di superiorità. Non capisce o accetta il fatto che la condizione umana necessiti costitutivamente dell’Altro, perciò vive immerso in un esser-contro, prigioniero dentro un meccanismo ostile e carico di solitudine. È sempre in competizione, aspira ad essere al centro (egocentrismo) mettendo in atto le strategie del controllo e del dominio fino a sfociare con l’aiuto dell’ira nelle situazioni deliranti dei casi estremi della distruttività dei sociopatici delinquenti, dei conquistatori, dei despoti, dei tiranni e dei dittatori.

[1] Distropia = dis, distorsione, malattia, disordine e tropismo, spinta, tendenza.

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